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Una canzone celebre e delicata, tratta da uno splendido spettacolo musicale, “RITORNA PIEDIGROTTA”, interpretato da un gruppo di giovani artisti napoletani, “I Girovaghi dell’Arte”.
Il lavoro, scritto e diretto da un geniale autore napoletano, Egidio del Giudice, ripropone, in chiave musicale, una delle più antiche e sentite feste di Napoli, quella, appunto, di “Piedigrotta”, che risale addirittura al 1200, anche se, da secoli, ha perso lentamente Il valore “popolare” da cui nasceva, per spegnersi inevitabilmente con l’avvento del progresso.
Un progresso che, nella rappresentazione, diventa il nemico di Pulcinella, la classica maschera napoletana, che si rifiuta di uscire dal suo sogno, nel nomo di un avanzare dei costumi e delle mode che non appartengono più all’anima vera della vecchia Napoli.
Il Poeta: LIBERO BOVIO
(Napoli 1883-1942)
Chissà cosa sarebbe stata la canzone napoletana senza Libero Bovio. Sicuramente nessun autore della pur gloriosa storia della canzone di questa città ci ha lasciato un numero così grande di opere straordinarie e di successi che hanno girato (e continuano a girare) il mondo, contribuendo a fare della musica di Napoli quella sicuramente più conosciuta e apprezzata in ogni angolo della Terra.
Quando “don Liberato” passava con la sua carrozzella per il centro della città, tutti lo riconoscevano e gli rendevano omaggio. Il suo amore per Napoli e l’arte furono assoluti e smodati, così come il suo disprezzo per qualsiasi forma di servilismo o compromesso. Don Liberato non si discuteva: si amava o si odiava, ma comunque non era proprio possibile ignorarlo. Ebbe tre grandi e totali amori: la sua città, la poesia e l’amata Maria, la donna che impersonò tutti i suoi sogni e inni d’amore e che gli fu vicina per tutta la vita.
Tutto,tutto è destino…
Comme putevo fà fortuna all’estero
s’io voglio campà ccà?
Mettite ‘nfrisco ‘o vino,
tanto ne voglio vevere
ca m’aggia ‘mbriacà…
Dint’a ‘sti qquatte mura i stò cuntento:
mamma me sta vicino,e nenna canta:
Chist’è ‘o paese d”o sole,
chist’è ‘o paese d”o mare,
chist’è ‘o paese addò tutt’ ‘e pparole,
sò doce o sò amare,
sò sempe parole d’ammore…